Interessante approfondimento sulle proprietà antivirali della terapia con Ozono a cura di:

- Antonio Carlo Galoforo (SIOOT Società Scientifica di Ossigeno-Ozono terapia, Gorle, Italia; Università di Pavia, Pavia, Italia)

- Catia Scassellati (IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia, Italia)

- Cristian Bonvicini (IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Brescia, Italia)

Per motivi di più agevole comprensione per gli utenti "non del mestiere" abbiamo ridotto lo studio alle sue parti più interessanti. Per chi volesse leggerlo completo, trova il testo completo al termine di questo sunto.

Sulla base di numerose evidenze scientifiche che dimostrano le differenti proprietà dell'Ozono (O3) (revisione in Scassellati et al., 2020), c’è un consolidato supporto scientifico che la terapia dell’ossigeno-ozono (O2-O3) potrebbe rappresentare un trattamento efficace contro il COVID-19.

Oltre ad aver dimostrato che il nostro sistema immunitario produce O3 da parte degli anticorpi per attivare la loro capacità battericida (Babior et al., 2003; Lerner ed Eschenmoser, 2003; Wentworth et al., 2002), ulteriori studi dimostrano il ruolo di O3 come potente anti-patogeno verso batteri (Giuliani et al., 2018), ma anche virus, funghi, lieviti e protozoi.

Per quanto riguarda i virus, O3 danneggia, attraverso il processo di perossidazione, il capside virale e interrompe il ciclo riproduttivo impedendo il contatto tra il virus e la cellula.

Numerosi studi supportano la sua attività antivirale. (...)

È ben noto che O3 stimola l'immunità cellulare e umorale. (...)

È ben noto che O3 blocca i processi di infiammazione attraverso vie molecolari. (...)

O3 agisce come anti-infiammatorio ma anche antiossidante. (...)

Pertanto, possiamo sostenere che O3 potrebbe funzionare esercitando tre fasi sovrapposte ma distinte:

1. O3 inattiva il virus

2. O3 attiva l'immunità cellulare e umorale

3. O3 riduce i processi di infiammazione/apoptosi e favorisce le vie molecolari dello stress anti-ossidativo.

I pazienti cronici ed anziani che si sottopongono ad ozonoterapia sono più resistenti alle infezioni.

É già stato ampiamente dimostrato che l’ozono, normalmente prodotto dai nostri globuli bianchi, svolge contemporaneamente le seguenti azioni: antinfiammatoria, antibatterica e virus statica, aumenta attività mitocondriale e produzione di ATP, migliora la funzionalità del microcircolo e l’ossigenazione tissutale; non è alternativo all'uso dei farmaci ed è indicato quando questi sono controindicati. Tutto ciò senza lasciare tracce in ambiente.

Circa 3.000 pubblicazioni scientifiche censite da PubMed documentano questi effetti. La molteplicità degli effetti dell'ozonoterapia e l'assenza di effetti collaterali ci hanno indotto a lanciare questo appello.

Sinora non è stato osservato nessun batterio o virus resistente all’ozono.

Sono già stati pubblicati lavori che dimostrano l'effetto virustatico dell'ozono sull'Herpes e Polio Virus.

Se l’ozono fosse utilizzato, sia per disinfettare gli ambienti che per curare i pazienti, almeno nei centri di rianimazione e negli Ospedali per malattie infettive, potremmo ridurre molto la mortalità per infezioni e contribuire alla riduzione dell’antibiotico resistenza: vera minaccia per l’Umanità.

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Di seguito riportiamo l'approfondimento scientifico nella sua interezza:

Sulla base di numerose evidenze scientifiche che dimostrano le differenti proprietà dell'Ozono (O3) (revisione in Scassellati et al., 2020), c’è un consolidato supporto scientifico che la terapia dell’ossigeno-ozono (O2-O3) potrebbe rappresentare un trattamento efficace contro il COVID-19.

Oltre ad aver dimostrato che il nostro sistema immunitario produce O3 da parte degli anticorpi per attivare la loro capacità battericida (Babior et al., 2003; Lerner ed Eschenmoser, 2003; Wentworth et al., 2002), ulteriori studi dimostrano il ruolo di O3 come potente anti-patogeno verso batteri (Giuliani et al., 2018), ma anche virus, funghi, lieviti e protozoi.

Per quanto riguarda i virus, O3 danneggia, attraverso il processo di perossidazione, il capside virale e interrompe il ciclo riproduttivo impedendo il contatto tra il virus e la cellula.

Numerosi studi supportano la sua attività antivirale. Per esempio, un recente lavoro (Ohmine, 2005) ha evidenziato come O3 possa inattivare sia ceppi virali con envelope [herpes simplex di tipo 1 McIntyre (HSV-1), ceppo vaccino Elstree (VAC), virus della stomatite vescicolare Indiana (VSV), influenza A (H1N1) A/WS/33], sia privi di envelope [adenovirus umano tipo2 (Ad2)]. Dopo ozonizzazione, HSV-1 e VSV hanno perso fino a 6 log10 di particelle infettive in 15 minuti, mentre VAC e influenza A fino a 5 log10 in 40 minuti e 30 minuti, rispettivamente. Ad2 ha perso fino a 5 log10 in 60 min. Le concentrazioni di Malondialdeide (MDA), un sottoprodotto della perossidazione, risultavano inversamente correlate con l’infettività del virus, dato che le concentrazioni di MDA aumentavano con l’aumentare del tempo di esposizione del virus all'O3. Le immagini al microscopio elettronico a trasmissione di Ad2, HSV-1, VAC e VSV hanno confermato i drastici cambiamenti morfologici risultanti dopo il trattamento con O3.

È ben noto che O3 stimola l'immunità cellulare e umorale attraverso l’attivazione dei pathway legati ai fattori trascrizionali NFAT (nuclear factor activated T-cells) e AP-1 (Activated Protein-1) (Reth, 2002). NFAT e AP-1 sono cruciali fattori responsabili di indurre la trascrizione dei geni legati alle citochine: Interleuchine- (IL) -2, IL-6, IL-8, Fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α), Interferone-γ (IFN -γ). Queste citochine svolgono potenti funzioni pro-infiammatorie, hanno capacità chemiotattica di promuovere l'aggregazione e infiltrazioni e migliorano la fagocitosi di neutrofili, linfociti, macrofagi e altre cellule infiammatorie per inattivare patogeni locali.

È ben noto che O3 blocca i processi di infiammazione attraverso vie molecolari legate a Nf-kB (Nuclear Factor-kB) e Nfr2 (Nuclear Factor (erythroid-derived 2)-like 2). NF-κB e Nrf2 fanno parte di un'importante rete di fattori di trascrizione e proteine regolatrici che modulano l'espressione di una vasta gamma di geni, compresi quelli associati alle risposte infiammatorie. L'attivazione di Nf-kB favorisce la trascrizione di geni legati alle citochine pro-infiammatorie, mentre O3 esercita la sua capacità anti-infiammatoria e di conseguenza anti-apoptotica, bloccando l'azione di NF-κB (Karouzakis et al., 2006; Vaillant et 2006 al., 2013).
D'altra parte, O3 agisce come anti-infiammatorio ma anche antiossidante, attraverso l’attivazione del pathway Nfr2. O3 attiva Nrf2 (Galiè et al., 2018), che a sua volta trasloca al nucleo, dimmerizza e si lega alle regioni ARE (Anti-oxidant Response Elements) di geni che codificano diversi enzimi anti-ossidanti: Superoxido dismutasi (SOD), Glutatione (GSH), Glutatione -S-Transferasi (GST), catalasi, glutammato-cisteina ligasi (GCL), eme ossigenasi 1 (HO-1), NADPH: chinone ossidoreduttasi 1 (NQO1), enzimi di fase II del metabolismo dei farmaci e proteine da shock termico (HSP). HO-1 è un enzima che codifica il gene che catalizza la degradazione dell'eme a monossido di carbonio (CO), che a sua volta inibisce la via NF-kB, provocando una ridotta espressione di citochine pro-infiammatorie. HO-1 attiva direttamente le citochine antinfiammatorie.

Pertanto, possiamo sostenere che O3 potrebbe funzionare esercitando tre fasi sovrapposte ma distinte:

1.O3 inattiva il virus
2. O3 attiva l'immunità cellulare e umorale
3. O3 riduce i processi di infiammazione/apoptosi e favorisce le vie molecolari dello stress anti-ossidativo.

I pazienti cronici ed anziani che si sottopongono ad ozonoterapia sono più resistenti alle infezioni.

É già stato ampiamente dimostrato che l’ozono, normalmente prodotto dai nostri globuli bianchi, svolge contemporaneamente le seguenti azioni: antinfiammatoria, antibatterica e virus statica, aumenta attività mitocondriale e produzione di ATP, migliora la funzionalità del microcircolo e l’ossigenazione tissutale; non è alternativo all'uso dei farmaci ed è indicato quando questi sono controindicati. Tutto ciò senza lasciare tracce in ambiente.

Circa 3.000 pubblicazioni scientifiche censite da PubMed documentano questi effetti. La molteplicità degli effetti dell'ozonoterapia e l'assenza di effetti collaterali ci hanno indotto a lanciare questo appello.

Sinora non è stato osservato nessun batterio o virus resistente all’ozono.

Sono già stati pubblicati lavori che dimostrano l'effetto virustatico dell'ozono sull'Herpes e Polio Virus.

Se l’ozono fosse utilizzato, sia per disinfettare gli ambienti che per curare i pazienti, almeno nei centri di rianimazione e negli Ospedali per malattie infettive, potremmo ridurre molto la mortalità per infezioni e contribuire alla riduzione dell’antibiotico resistenza: vera minaccia per l’Umanità.