MD Clinic Verona, Poliambulatorio a San Martino Buon Albergo, condivide questo interessante approfondimento sull'ipertensione, a cura della nostra cardiologa Dott.ssa Lucia Albrigi.

IPERTENSIONE: OLTRE IL FARMACO

Le ultime linee guida europee pubblicate nel 2018 parlano di ipertensione arteriosa quando vengono ripetutamente registrati valori di pressione arteriosa superiori a 130/80 mmHg.

Il limite numerico necessario per poter parlare di ipertensione è progressivamente sceso negli ultimi anni a tal punto da intercettare una buona fetta della popolazione come “ipertesa”. Anche se non tutti sono d’accordo sull’adozione di criteri diagnostici così “stringenti” dobbiamo quanto meno chiederci cosa possiamo fare, al di la dell’utilizzo dei farmaci, per mantenere dei valori pressori “sani” .

Quali sono quindi le buone abitudini in ambito alimentare ed in termini di stile di vita che consentono in primo luogo a chi ha valori pressori “border-line” di posticipare l’inizio di una terapia farmacologica ed in secondo luogo, a chi già sta assumendo un farmaco antiipertensivo, di non dover ricorrere all’aggiunta di un secondo farmaco?

Ecco alcune semplici indicazioni, alla portata di tutti, che possono riguardare non solo i soggetti ipertesi ma tutti gli individui “sani”, ovvero coloro con valori pressori normali che vogliono mantenere la loro pressione arteriosa nei valori considerati “normali” e che desiderano effettuare una corretta prevenzione:

1. Attenzione al SALE

Il limite massimo giornaliero deve essere di 5-6 g. E’ buona abitudine iniziare a non salare le pietanze che cuciniamo giornalmente. Spesso non ci rendiamo conto di quanto sale utilizziamo nella nostra pratica culinaria: nell’acqua della pasta, nell’insalata, sulla carne. Cerchiamo di abituare gradualmente il nostro palato al sapore naturale degli alimenti e ci accorgeremo, in poco tempo, di come le nostre “papille gustative” non percepiranno più la mancanza di sale “aggiunto”.

Impariamo a leggere le etichette dei cibi che acquistiamo, soprattutto quelli in scatola. Il sale viene spesso aggiunto come conservante. Se un preparato contiene un quantitativo di sale superiore a 120 gr di sodio per 100 g di alimento forse è meglio propendere per l’acquisto di un cibo diverso. Attenzione anche agli insaccati!

2. Abolire completamente lo ZUCCHERO, in tutte le sue forme, dalla nostra alimentazione

Un esempio ricorrente riguarda l’assunzione di una tazzina di caffè dolcificata mediante una bustina “innocente” di zucchero. Un liquido caldo (il caffè) contenente una bustina di zucchero (6-7 g) viene velocemente assorbito nel duodeno. Il nostro sangue viene quindi invaso da una quantità di glucosio pari a circa 3 volte il glucosio presente nel circolo ematico (quantità di sangue nel nostro organismo 5L , glicemia media 100 mg/dL, frazione di globuli rossi circa 50%: 2,5 gr di glucosio nel sangue). Questa enorme quantità di zucchero scatena una risposta insulinica importante. L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas deputato a far entrare all’interno delle nostre cellule il glucosio. Quando il nostro sangue viene “invaso” dallo zucchero il pancreas rilascia nel sangue una determinata quantità di insulina (tanto più elevata, quanto più alta è la quantità di zucchero assunto) con lo scopo di rimuovere dalla circolazione l’eccesso di glucosio. Se in un primo momento questa azione rappresenta una risposta “sana”, con il passare del tempo tutti questi “picchi” di insulina determinano il rilascio da parte della ghiandole surrenaliche di una serie di ormoni “vasocostrittori” , ovvero ormoni che aumentano il tono delle cellule muscolari lisce delle nostre arterie determinando un rialzo della pressione arteriosa. Anche I bambini non sono immuni da questa cascata di eventi. A tal proposito si riporta uno studio condotto su un nutrito gruppo di studenti cinesi (circa 10.000) nel quale veniva correlata l’assunzione di bevande zuccherate con l’insorgenza precoce di ipertensione sia negli studenti normopeso sia in quelli in sovrappeso.

3. Prediligere i CARBOIDRATI INTEGRALI a scapito di quelli raffinati

Il principio è sempre lo stesso, le farine “raffinate” ovvero quelle che comunemente vengono indicate con il simbolo “00” determinano una secrezione di insulina maggiore rispetto alle farine integrali con la conseguenza che è stata spiegata nel paragrafo precedente. Quindi è buona abitudine scegliere cereali interamente integrali: riso integrale, farro integrale, grano integrale, kamut integrale e così via…

Per chi è affetto da ipertensione diastolica è importantisimo non assumere carboidrati la sera.

4. Cercare di perdere peso, soprattutto per chi è in SOVRAPPESO

E' stato ormai assodato dall’intera comunità scientifica con una serie lunghissima di studi che il calo ponderale diminuisce la pressione arteriosa anche fino a 5 mmHg. Questo valore, se considerato in astratto, sembra davvero poco, ma se pensiamo che a volte sono proprio quei 5 mmHg a fare la differenza nell’iniziare o meno una terapia farmacologica, ci rendiamo conto di come anche “solo” 5 mmHg possano avere un ruolo importante.

5. Praticare ATTIVITA' FISICA di tipo aerobico regolarmente, almeno 30 minuti al giorno

Le attività motorie che giovano alla salute pressoria (ma anche a quella cardio-vascolare in senso più ampio) sono la camminata a passo veloce (ottimo il nordic walking), la corsa, il nuoto, la bici.
Per gli anziani che faticano ad uscire di casa, soprattutto nei mesi invernali, può rappresentare una valida alternativa la cyclette. Per chi sceglie quest’ultima alternativa si consiglia di inziare con una seduta di una decina di minuti, per poi aggiungere ogni giorno un minuto in più fino ad arrivare, nell’arco di un mese circa, a 30 minuti senza interruzioni.
Praticare una regolare attività fisica di tipo aerobico giova non soltanto alla nostra pressione ma anche anche alla nostra glicemia. E’ infatti assodato come l’attività aerobica migliori la sensibilità delle nostre cellule all’insulina.

6. Praticare ATTIVITA' RILASSANTI, soprattutto se l'ipertensione è correlata a “stress” lavorativo o emotivo

Possono essere di grande aiuto lo yoga, la mindfulness, la meditazione. Ricordiamoci che il nostro organismo è l’unità di corpo e mente, e che tutti gli organi sono collegati tra loro attraverso una fitta rete di “segnali” biochimici.

Trovate questo approfondimento anche sul Giornale Pantheon di Luglio 2020 e se i consigli della nostra Cardiologa vi fossero interessati restiamo a disposizione per informazioni o per prenotare il vostro appuntamemto con la Dott.ssa Lucia Albrigi!

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